Finalmente ecco la quota 100, interessa anche al personale della scuola, andiamo nel dettaglio.
Per quota 100 si intende la somma di età anagrafica (62 anni) e contributi versati (38 anni) che consentirà ai lavoratori di andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla legge Fornero attualmente in vigore. L’intendo del governo è quello di consentire a tutti di andare in pensione, a regime, con 41 anni di contributi;
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L’uscita anticipata viene introdotta in via sperimentale per il triennio 2019-2021; – Il governo ha stanziato in manovra quasi 4 miliardi per il 2019, 8,3 miliardi per il 2020, e 8,7 miliardi nel 2021.
La platea interessata al provvedimento è pari a 350.000 persone, secondo le stime dell’esecutivo, e comprende anche la possibilità di accedere a opzione donna e Ape social, misure già in vigore. Con l’opzione donna si consente alle lavoratrici di poter andare in pensione prima, qualora abbiamo compiuto 58-59 anni entro la fine del 2018. L’Ape social, introdotta dal precedente governo del Pd, prevede un anticipo pensionistico senza penalizzazioni per categorie disagiate di lavoratori;
Le prime finestre per l’uscita scatteranno in aprile per i dipendenti del settore privato e ad agosto 2019 per gli statali; chi sceglierà di lasciare con quota 100 “non perde nulla rispetto a quello che ha versato”.
I pensionandi del settore pubblico potranno ricevere un anticipo della liquidazione, il cosiddetto Tfs (trattamento di fine servizio). Per evitare oneri per i lavoratori il governo sta studiando un accordo con le banche per finanziare la misura;
Il decreto prevede anche uno sconto per il riscatto della laurea per gli under 45.